Le conoscenze scientifiche sullo sviluppo del bambino negli ultimi anni sono aumentate in modo esponenziale. Tutti gli studi recenti (della psicologia e della pedagogia, delle neuroscienze e delle ricerche sulla vita perinatale) sono concordi nel considerare i primi anni di vita come cruciali per lo sviluppo equilibrato e in continuità con le capacità di apprendimento messe successivamente alla prova nella scuola primaria.
In questa interazione con l’ambiente, i movimenti sono il “linguaggio” che i bambini parlano costantemente, con i loro pari e con gli adulti, e la scuola dell’infanzia diventa un luogo privilegiato di sperimentazione, scoperta ed elaborazione di strategie nuove di adattamento.
Infatti il bambino comunica i propri bisogni e il su stato emozionale attraverso la spontaneità corporea che è determinata dal piacere di “fare”, di vivere il proprio corpo in relazione con il mondo, lo spazio, gli oggetti e gli altri.
Il bambino in questo modo crea sé stesso, evolve, con l’aiuto dell’adulto, dalla ricerca dei piaceri più primitivi verso quelli sempre più astratti.
La psicomotricità favorisce il passaggio dal piacere d’agire al piacere di pensare, basando il suo intervento sulla spontaneità del bambino, riservandogli uno “spazio privilegiato” per manifestare il suo essere persona; proponendo attività ludiche fondate sulla ricerca-scoperta dei vari concetti di tempo, spazio, percettivi, motori e topologici. Lo psicomotricista, attraverso la “non direttività”, la sospensione del giudizio, l’attesa e una partecipazione attiva si mette in ascolto del bambino, si focalizza sui sentimenti, sui bisogni e le possibilità dello stesso.
Creando un clima di fiducia e un ambiente non richiestivo come il Setting psicomotorio, si adegua ai ritmi del bambino, facilitando l’emergere delle potenzialità e delle problematiche che si evidenziano spontaneamente.
Lo psicomotricista si concentra su quello che c’è di positivo nel soggetto, su ciò che il bambino sa fare, piuttosto che su ciò che egli non sa fare. Pertanto vengono proposte situazioni di gioco con l’obiettivo primario di creare delle condizioni esperienziali il più possibile vicine alla sua realtà esistenziale proponendo al bambino degli oggetti semplici, uno spazio e tempo adeguati per giocare spontaneamente; partecipando lui stesso alle attività ludiche, offrendo al bambino un’ampia disponibilità alla relazione corporea.
Queste condizioni favoriscono lo sviluppo del movimento e della comunicazione non verbale, grazie alla quale il bambino apre il suo mondo interiore e lo rende condivisibile. Ciò vale sia in Pratica Psicomotoria educativo – preventiva che nell’aiuto psicomotorio individuale o di piccolo gruppo rivolto ai bambini che presentano ritardi o difficoltà nel loro processo di crescita.
Nel percorso di psicomotricità viene data la possibilità al bambino di esprimere il proprio corpo, così da poter imparare a gestire il proprio vissuto e acquisire strategie che potranno aiutarlo nella quotidianità e potrà instaurare relazioni positive, funzionali ed equilibrate con il mondo esterno e con gli altri.
Permette inoltre di intervenire su alcune difficoltà a livello motorio, che hanno ripercussioni sul processo di apprendimento, sui tempi di attenzione e sull’elaborazione dei dati percettivi. Lo psicomotricista si fa tramite tra scuola/genitore e bambino, accoglie le richieste e le preoccupazioni degli adulti di riferimento, senza giudizio.
Non fornisce soluzioni ma aiuta l’adulto a guardare il bambino partendo dalle sue potenzialità e non dalle sue mancanze, a dare una lettura globale della situazione del bambino aiutandoli a cogliere il suo punto di vista. Inserendosi all’interno di un lavoro in rete per promuovere il benessere non solo del bambino ma anche della famiglia.
Bambini dai 2 ai 3 anni
Bambini dai 3 ai 6 anni (scuola dell’infanzia: i bambini saranno divisi in gruppi omogenei per fascia di età)
Ogni incontro prevede un’organizzazione temporale che scandisce le fasi di questo percorso:
Gli oggetti vengono utilizzati come mediatori di comunicazione, come oggetti d’esplorazione, come stimolo alla creatività e come scarica di aggressività. piccoli attrezzi: – cerchi, – funicelle, – ceppi, – bastoni, – birilli, – trave equilibrio, – palle, – clavette, – materassini, – coni, ecc
Lo spazio dedicato all’attività per la scuola dell’infanzia è stato individuato nel SALONE d’ingresso e negli spazi esterni.